
Però sono contento di avere scoperto la tv relativamente tardi.
[…]sono parte di un gruppo abbastanza esclusivo: l’ultimo pugno di romanzieri americani
che ha imparato a leggere e scrivere prima di una dieta quotidiana a base di stronzate video.
Se siete autori in erba, non sarebbe male sbucciare il cavo del televisore,
avvolgerlo intorno a un chiodo e rificcarlo nella presa,
per vedere se l’apparecchio salta e quanto lontano.
Verso i quaranta mi sono reso conto che qualsiasi autore di prosa o poesia,
colpevole di avere pubblicato anche un solo verso o una sola riga,
è stato accusato di sprecare il suo dono divino.
Se scrivi ci sarà sempre qualcuno che proverà a rovinarti la festa.
Subito dopo viene la consapevolezza che rifiutarsi di completare un lavoro perché troppo complicato, emotivamente o creativamente, rappresenta una pessima idea.
La vita non deve essere di sostegno all’arte, ma viceversa.
I libri possiedono la straordinaria caratteristica di essere una magia portatile.
Di solito ne ascolto uno in macchina e me ne porto dietro un altro dovunque vada.
Non si può mai sapere quando servirà un momento di evasione.
Non accostatevi a una pagina bianca con leggerezza.
La parola è soltanto la rappresentazione di un significato che la scrittura non riesce quasi mai a eguagliare.
L’obiettivo della narrativa non è la correttezza grammaticale, ma mettere a proprio agio il pubblico e poi raccontargli una storia… facendogli però dimenticare che sta leggendo, quando possibile.
Saper scrivere e parlare bene è seducente.
Se non fosse così, perché parecchie coppie che iniziano la serata con una cena poi finiscono a letto?
Anche dopo mille pagine non siamo disposti ad abbandonare il mondo che lo scrittore ha inventato per noi e i personaggi che lo abitano.
Mi trascino dietro un libro dovunque vada e approfitto di qualsiasi opportunità per sbirciare tra le sue pagine.
Quando scovate qualcosa per cui siete portati, qualunque sia, vi ci impegnate finché non vi sanguinano le dita o i globi oculari non rischiano di cascarvi dalle orbite.
Un particolare del mio lavoro che amo più del resto è l’intuizione improvvisa e fulminea di quando ti accorgi che tutto si collega alla perfezione.
Scrivere non c’entra con i soldi, diventare famosi, rimorchiare senza problemi,
scopare facile o farsi un sacco di amici.
Alla fin fine, il nocciolo della questione è arricchire la vostra esistenza e quella dei lettori.
É rialzarsi, rimettersi in sesto e passare oltre.
Ritrovare la gioia.
Scrivere non c’entra con i soldi, diventare famosi, rimorchiare senza problemi,
scopare facile o farsi un sacco di amici.
Alla fin fine, il nocciolo della questione è arricchire la vostra esistenza e quella dei lettori.
É rialzarsi, rimettersi in sesto e passare oltre.
Ritrovare la gioia.