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La lettera di Kathryn Hughes

Quanto può durare un ricordo? Tina se lo chiede ogni sabato, davanti ai vestiti usati che vende per beneficenza. E se lo chiede quando, in una vecchia giacca, trova una lettera che risale al settembre 1939. E che non è mai stata spedita. Chi saranno mai Chrissie, la destinataria, e Billy, l’uomo che nella lettera implora il suo perdono? Qual è la storia che li unisce? E che ne è stato di loro?

Inseguire quel ricordo ingiallito diventa ben presto per Tina una ragione di vita, l’unico modo per sfuggire a un marito violento e a un’esistenza annegata in un oceano di rimpianti. Con una passione e un coraggio che non sapeva neppure di avere, Tina inizia quindi a scavare nel passato, intrecciando ricordi arrossati dal sangue della guerra e confusi dalle nebbie del tempo. Inizia a lottare per cambiare. Per vivere, finalmente. Perché sa che aggrapparsi a quel ricordo significa non arrendersi, sfidare il destino, scommettere sulla propria felicità. E che non è mai troppo tardi per perdonare. Soprattutto se stessi.

Una storia che regala un crescendo di emozioni e in cui ogni donna si può identificare; un’autrice che sa raccontare con slancio e sincerità la forza dei sentimenti: ecco perché La lettera ha entusiasmato i lettori di tutto il mondo, diventando in brevissimo tempo un autentico bestseller e rimanendo nel cuore di chiunque abbia trovato, nella vita dei suoi personaggi, una scintilla della cosa più preziosa in assoluto: la speranza.

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Recensione

Ci sono tanti tipi di libri, quelli che non rileggerai mai, quelli pesanti, quelli frivoli, quelli interessanti, che alla fine ci insegnano qualcosa che non sapevamo.
La lettera, invece, fa parte di quella categoria di storie che leggendone la trama definiresti forse banale.
Una storia d’amore come tante, una lettera d’amore come tante.
Ma questa storia racchiude sofferenza, tanta, la sofferenza di due donne perdutamente innamorate dei loro uomini, a cui la vita non ha voluto dare in briciolo di felicità.
Può una persona provare tanto dolore?
Forse si, forse la differenza sta nel come riusciamo a rialzarci.
Può una persona fare del male pensando di fare del bene?
Purtroppo si.
Esiste il lieto fine? Conviene continuare a sperare?
Assolutamente si.
Ma non è ancora tutto, perché non si riesce a staccare gli occhi dalle pagine nemmeno a volerlo, Kathryn Hughes ha uno stile delicato e profondo, capace di fare venire letteralmente la pelle d’oca.

Conclusioni

È uno di quelli libri da rileggere per vedere se fa ancora lo stesso effetto.

Voto

5/5

Citazioni

Non è mica bello. Tutti devono avere un posto in cui stare.