Per la prima volta abbiamo a che fare con un romanzo moderno che ha come protagonista un vecchietto. Cesare Annunziata è un uomo che ormai fa parte di quel gruppo di persone che appartengono alla terza età. Sua moglie è morta e i suoi due figli hanno una vita loro. Vive da solo, passa le sue giornate fra la sua vicina puzzolente e piena di gatti e il suo migliore amico Marino che ha deciso di vivere come un recluso e non vuole più uscire dal suo appartamento al piano di sotto.
Cesare viene raccontato come un uomo rude e scorbutico, uno che sa quello che vuole. Si definisce egoista. E’ stato un padre severo e poco affettuoso e ha avuto sempre una profonda preferenza per la figlia femmina, la sua primogenita, piuttosto che per il maschietto. A Cesare non è mai importato molto di tutte quelle cose sentimentali che si fanno in famiglia. Ha fatto il suo lavoro come padre e ha lasciato a sua moglie il compito di fare il resto.
E’ stato un uomo innamorato della passione, ha incontrato molte donne nella sua vita, donne che ha amato forse più della moglie. Quello però che Cesare non ha mai fatto, è fare i conti con se stesso. Ma presto o tardi questo momento arriva per tutti e per Cesare arriva insieme ad una nuova donna. Emma, una giovane che insieme al marito si trasferisce nell’appartamento accanto al suo. La ragazza che ha più o meno l’età della figlia Sveva, riesce a rompere quel muro che Cesare ha eretto intorno a sé. E da uomo egoista e solitario si ritrova fra biglietti minatori da stampare, immobiliari invadenti, gatti affamati e mostre in galleria.
Nell’arco di poco tempo il mondo di Cesare viene sconvolto, le sue certezze spariscono. Capisce che in qualche modo ognuno fa degli errori e non si comporta come dovrebbe. Nessuno è un santo.Inizia ad accettarsi, ad accettare chi è e cosa ha fatto, capisce che non è così egoista come credeva ma che in fondo è una persona con un grande cuore.
Non ho apprezzato il personaggio di Cesare, al contrario delle mie college blogger. Alla fine dei conti, ha preteso di essere perdonato da tutti per le sue mancanze ma nello stesso tempo si ritiene la persona più adatta per giudicare la vita dei figli o della moglie. Solo quando comprende l’importanza della poca vita che gli rimane sembra rendersi conto di quello che potrebbe perdere e sopratutto solo quando è lui a subire un’ingiustizia si rende conto di quello che ha combinato da giovane. Ho trovato il suo comportamento immaturo. Ed è solo fortunato per essere riuscito ad ricevere del tempo in più per essere migliore.
Una storia che lascia tante riflessioni, che fa pensare al futuro, a quello che potremmo perdere, a quello che abbiamo già perso oppure a qualcosa che possiamo ancora recuperare, perché c’è sempre tempo per essere felici.