9 Giorni di Gilly Macmillan
- Editore: Newton Compton Editori
- Pagine: 480
- Prezzo di copertina: € 4,99 (ebook)
- Uscita: 8 Ottobre 2015
Ben è un bambino di 8 anni, ha sofferto molto dopo il divorzio dei suoi genitori. Quando papà John è andato via di casa con Katrina, sia Ben che la mamma Rachel hanno fatto fatica a riprendersi e, anche se Ben non riesce a dormire senza la sua “pezzetta” è un bambino forte e coraggioso e deve esserlo anche per la mamma.
Ma proprio quando le cose sembrano andare meglio, Rachel, che cerca di educare il figlio ad essere più indipendente, perde di vista Ben nel bosco vicino alle altalene. Dopo pochi minuti non c’è traccia del piccolo, e Rachel inizia un’estenuante ricerca del suo bambino.
Inizialmente viviamo gli attimi della sparizione di Ben insieme alla mamma. Cominciamo grazie a lei a conoscere i vari personaggi che circondano il piccolo Ben, il padre e la sua matrigna, la zia, l’amica Laura, la sua maestra e l’assistente scolastico; e contemporaneamente conosciamo anche Jim, il detective che si occupa del caso insieme alla sua compagna Emma.
La storia non è incalzante né scorrevole come speravo, si fatica a procedere nella lettura soprattutto perché sembra che vengano descritti dei fatti di cronaca in modo molto impersonale, senza suspense.
L’analisi della tragedia si concentra, in alcuni punti, sulle condizioni psicologiche del detective che si occupa del caso e, in altri, sul rapporto tra l’opinione pubblica e i mass-
Da casa e davanti al computer ogni persona che segue i notiziari commenta con la propria opinione. E purtroppo, ormai, tramite internet ognuno può dire la sua, ferendo anche coloro che sono più vicini al bimbo.
La storia diventa più interessante quando Rachel viene presa di mira dai giornalisti e dalle persone che seguono la vicenda, è curioso scoprire come un piccolo gesto possa stravolgere le nostre intenzioni.
Dopo le prime 200 pagine la lettura procede più velocemente, sono passati diversi giorni dalla sparizione di Ben. Ammetto che ho trovato molte parti superflue alla trama, mentre ho apprezzato le particolarità sul passato di Rachel e di sua sorella che hanno arricchito molto la storia.
Credo che non sia stata una buona idea alternare il punto di vista di Jim, il detective, a quello di Rachel. La parte di Jim distrae leggermente il lettore e si perde l’attenzione sulla storia. La stessa cosa vale per gli articoli che parlano del rapimento, del blog e dei commenti. Sarebbe bastato fare un riferimento invece che riempire pagine e pagine di ritagli di articoli.
Concludo sconsigliando questo libro a chi si aspetta un thriller ricco di suspense e azione. Mentre, mi sento di consigliarlo a coloro che amano le analisi psicologiche dietro una tragedia e l’attenzione a tutti i familiari e gli amici coinvolti in questa sparizione.