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Signore delle ombre di Cassandra Clare

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Signore delle ombre è uno di quei libri da gustare lentamente. Non è una storia da leggere tutta in una notte, non perché non sia facile farlo, anzi, sono quasi 700 pagine che volendo si leggono in pochissimo tempo.

In questo libro della Clare, come nei precedenti, possiamo trovare di tutto. L’amore fraterno quello più importante, la forza dell’amicizia e l’amore passionale e proibito.

L’autrice è capace di racchiudere in un solo libro tante tematiche importanti, e pur essendo un fantasy riporta alla luce quelli che sono i problemi reali che affliggono la società di oggi.

L’amore omosessuale è quello che emerge più di tutti. L’amore fra due razze, che sia uno stregone e uno shadowhunters o una fata e una mezza fata, poco importa.  Sarà un problema per la legge, ma non per i personaggi di questa trilogia. L’amore è amore in tutte le salse.

La storia è piena di avvenimenti. Siamo abituati, nella maggiorparte dei libri, a leggere un’introduzione alla storia e ai personaggi; la parte centrale del racconto in cui si svolgono gli avvenimenti più importanti e infine l’epilogo. In questo libro è come se mancasse l’epilogo, ti lascia completamente con il fiato sospeso in attesa dell’ultimo capitolo.

La Clare inserisce tante parti avventurose e tanti personaggi principali, perché racconta la storia di tutti anche se questi si trovano in posti diversi. Quindi passa da Julian ed Emma nel mondo delle fate o in Cornovaglia; a Ty, Livvy e Kit nell’istituto di Los Angeles o in quello di Londra; Cristina, Kieran e Mark con i loro problemi di fate e infine Diana e il console a Idris. Ogni personaggio è importante e ognuno ha la sua storia da raccontare. Non è facile appassionarsi a un solo personaggio, si rischia di amarli tutti con tutte le loro sfaccettature. Non c’è un protagonista, sei tu a scegliere il tuo.

Il mio rimane Julian, mi rispecchio molto nel suo carattere. E’ una di quelle persone buono e dolce all’esterno, ma che in realtà è capace di nascondere a tutti quello che prova. Perché prima di tutto c’è il dovere, poi segue tutto il resto. E’ impossibile leggere fino in fondo la sua anima, perché riesce a dissimulare la verità e ad ingannare chi gli sta intorno. E’ una faccia da Poker, un giocatore corretto ma furbo.

Se avete letto tutti i libri precedenti anche “Le origini” e “The Mortal Instruments”, vi divertirete a cercare di ricordare i personaggi e le vecchie storie. Perché in questa nuova serie vengono spesso richiamati fatti già accaduti e vi assicuro che non è facile ricordarsi tutto. Ma avere un quadro generale è molto gratificante alla fine.

Detto questo, spero davvero che il 2018 passi in fretta, perché non vedo l’ora di leggere l’ultimo capitolo di questa trilogia!

La Serie

The Dark Artifices
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